La Striscia di Gaza conta quasi 2 milioni di abitanti di cui la metà sono bambini e adolescenti. Ogni giorno 20.000 persone valicano il confine tra la Striscia e le terre Israeliane grazie ai permessi lavorativi. Per stipendi più bassi dei “colleghi” israeliani ogni sera al rientro passano tre checkpoint; quello israeliano, dell’autorità nazionale palestinese e infine quello di Hamas (organizzazione politica e paramilitare palestinese islamista che dal 2007 governa la Striscia di Gaza). Le condizioni lavorative dentro Gaza sono estremamente precarie; le 60.000 persone impiegate nel lavoro agricolo sono sempre più in difficoltà per via dell’acqua inquinata, il 90% di acqua è contaminata, salata o non potabile. 50.000 persone sopravvivono grazie all’economia della pesca, le autorità Israeliane obbligano però le imbarcazioni a non superare le 3 miglia nautiche (4,8km), in caso contrario i pescherecci vengono attaccati da droni o dalle motovedette. A moltissimi pescatori Gazawi sono state sequestrate le barche, a volte vengono arrestati o uccisi in mare.
La fila dei lavoratori al rientro nella Striscia di Gaza